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Miserere Nobis

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Description

F for Fetish.

In psicopatologia, per feticismo si intende un tipo di parafilia in cui la meta sessuale viene spostata dalla persona viva nella sua interezza ad un suo sostituto: una parte del corpo, una qualità, un indumento, un oggetto. Qualsiasi caratteristica psichica, parte del corpo, secrezione corporea (sangue, sperma, feci, urina, sudore, ecc.), cosa materiale possono diventare dei feticci.

Per feticcio religioso si intende ogni oggetto che si pensa possa veicolare il potere di Dio; in questo senso, un crocifisso, un santino o un rosario possono assumere la valenza di feticcio.
L'avere con sè oggetti "protettori della fortuna" risale all'epoca degli uomini primitivi quando i cacciatori portavano con sè ossa, denti o corna di animali perchè davano al possessore un senso di sicurezza e fiducia nel proprio destino.

La commercializzazione delle immagini e degli oggetti sacri favorisce, in occidente, una forma di feticismo religioso che è dovuto alla produzione in serie degli oggetti sacri e che permette ad ogni credente di avere con sè immagini e simboli del potere di Dio.
Con la mercificazione di massa qualsiasi oggetto religioso è diventato riproducibile e acquistibile con il denaro: esiste un mercato di oggetti religiosi che li riduce a mere cose, acquistabili come qualsiasi altro prodotto. Il concetto di "Commodity fetishism" coniato da Marx, è applicabile anche alla produzione in serie di oggetti religiosi, che ne mette in dubbio l'aspetto di sacralità;
come possono avere in sè un' aura, se prodotti in serie come qualsiasi altra merce sul mercato?
Marx utilizza queste riflessioni all'interno della sua critica al sistema capitalista, in cui tutto viene ridotto a merce e l'unico valore delle cose è quello d'acquisto.
Rimanendo fuori dalle complesse questioni politiche e economiche, si può fare una riflessione generale: ogni cultura, seppur con forme diverse, sembra avere i propri oggetti e rituali feticisti;
questo perchè l'avere con sè un oggetto che simbolizzi il potere di dio, un'immagine sacra, la fotografia di un defunto, può rappresentare un tentativo di mantenere un legame con il sovrannaturale, con le forze divine, con l'ignoto che c'è al di là della morte.

Nel cuore dell’uomo tecnologico, moderno, colto e informato un nuovo feticismo risorge dalle proprie ceneri imponendogli di adulare immagini pop, oggetti di moda, curve d’automobili e personalità fittizie mediatiche dentro un gioco mistificatorio che non ha più regole, barriere e inonda il globo così come la nostra più profonda individualità.
Al pari di ogni merce, l’arte è divenuta un feticcio commerciabile che può accogliere significati eterogenei dentro i propri segni costitutivi. Il simbolismo che la proteggeva nei secoli passati da ogni interpretazione troppo terrena è decaduto con la scomparsa del mondo che questi simboli aveva creato e alimentato.
Una nuova mitologia si è affermata, la presenza dell’arte al di fuori dei suoi luoghi preposti, la sua comparsa in televisione e in collezioni appartenenti a finanzieri di grido, stanno trasformando questo ultimo baluardo del Senso, dove la critica fa sempre più fatica a mettere ordine, in un ulteriore terreno di conquiste. La colonizzazione dal mondo dell’arte ad opera del capitale ne sta riducendo la forza estetica, fondata sul suo valore trascendentale, e la sta riducendo a rito mondano, a status symbol al pari di altre merci di lusso.
Il feticcio postmoderno vince ed imprime il suo status su ogni forma della cultura. A questo destino pare difficile opporre un improbabile ritiro dal mondo.
Più efficace sembra la strategia naturale di assecondare la secolarizzazione dell’arte tramite la sua trasformazione in super merce, in merce assoluta come dice Baudelaire.
Una merce il cui valore ha dissolto in sé ogni pur minimo valore d’uso, secondo la distinzione marxiana e simmeliana, lasciando brillare nella sua assoluta ingiustificabilità il solo valore di scambio.
“Compro arte perché non serve a nulla ma tutti la vogliono”, potrebbe essere lo slogan del nuovo collezionista adoratore disposto a dilapidare il suo impero economico per inseguire un segno sulla tela, una idea di resina, un’immagine elettronica.
Ripartire da questa confessione, potrebbe significare (ri)portare l’arte a diventare un super feticcio, oggetto di una rinnovata adulazione che è passata indenne attraverso le maglie della secolarizzazione per tornare ad essere fede, credo, religione.

Quest' opera critica la "religiosità del terrore", il feticismo cristiano, divenuto strumento di sottomissione e sfruttamento dei popoli attraverso secoli di ingiustizie, guerre, genocidi, missioni di evangelizzazione, crociate, santa inquisizione e atrocità varie escogitate dal 315 d.C. ad oggi dalla Chiesa.

"Ogni qualvolta sento i cristiani parlare di morale, mi sento quasi rivoltare lo stomaco."
Karl-Heinz Deschner
Image size
2360x3743px 2.17 MB
Make
PENTAX
Model
PENTAX K-x
Shutter Speed
1/80 second
Aperture
F/8.0
Focal Length
48 mm
ISO Speed
800
Date Taken
Apr 30, 2010, 5:17:19 PM
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Comments2
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mooninthescorpio's avatar
Great concept, nice details and excellent color usage. Well done!